Il carcere di Massama non ha più il direttore, allarme personale negli istituti sardi - LinkOristano
Vertenza

Il carcere di Massama non ha più il direttore, allarme personale negli istituti sardi

Pierluigi Farci - in pensione - sarà sostituito da Marco Porcu, che segue già Uta, Isili e Lanusei

Pierluigi Farci
L'ex direttore Pierluigi Farci da due giorni è in pensione

Oristano

Pierluigi Farci – in pensione – sarà sostituito da Marco Porcu, che segue già Uta, Isili e Lanusei

Da due giorni il carcere di Massama non ha un direttore: Pierluigi Farci è andato in pensione – dopo 30 anni – e di un sostituto a tempo pieno non si parla nemmeno, per il momento. Dell’istituto di Oristano dovrebbe occuparsi Marco Porcu, il dirigente che deve seguire già Cagliari-Uta, Isili e Lanusei.

Pierluigi Farci – che seguiva ad interim anche la casa di reclusione di Is Arenas – dovrebbe quindi effettuare un doppio passaggio di consegne al collega Porcu.

Oggi insomma la gestione delle carceri in Sardegna rischia di essere scaricata sulle spalle di tre soli dirigenti: oltre a Marco Porcu sono Elisa Milanesi (Alghero e Tempio ) e Patrizia Incollu (Sassari e Nuoro).

“Ammesso che in Sardegna arrivi un altro direttore”, scrive in una nota Maria Grazia Caligaris per l’associazione Socialismo Diritti Riforme, “a Massama dovrà affrontare questioni irrisolte, a partire da un plesso in cui si sono spesso manifestati problemi strutturali e con scelte ministeriali che non sembrano rispondere al principio della territorialità della pena e a quello della risocializzazione dei ristretti”. Anche SDR teme che in realtà l’incarico a Oristano sarà assegnato a uno dei dirigenti già in servizio, e ricorda che lo stesso provveditore Maurizio Veneziano è ormai in scadenza di mandato.

Per tutti i gravi problemi legati agli organici, ieri a tarda sera i sindacati  di categoria hanno proclamato lo stato di agitazione permanente. Accusano il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria di non riuscire a garantire neppure la struttura di vertice, per una gestione efficiente e in sicurezza dei dieci istituti isolani.

Il Sappe, l’Osapp, la Uil-Pa, la Sinappe,  l’Uspp, la Cisl, la Cgil e il Cnpp ricordano che è grave anche la carenza di sottufficiali, agenti e assistenti, costretti spesso a sopperire alle carenze assumendo incarichi di responsabilità non propri del ruolo.

“A causa della grave carenza d’organico ed alla mancanza di strumenti atti alla difesa e protezione  personale”, si legge nella nota dei sindacati della polizia penitenziaria. “è a rischio la sicurezza delle donne e degli uomini del Corpo, unitamente  alla sicurezza interna ed esterna degli istituti penitenziari, nonché del personale civile che opera all’interno”.

La situazione nelle carceri sarde, sottolinenao i sindacati degli agenti, “è aggravata dalla presenza di circa 700 detenuti di alto spessore criminale ristretti nei reparti  detentivi (del 41-bis) e del circuito alta sicurezza”. Senza dimenticare la delicata gestione di detenuti psichiatrici.

“Il personale si sente abbandonato e spesso deve superare ostacoli insormontabili”, prosegue il documento. “Le mancate risposte ed i mancati interventi stanno creando malessere e la mole di lavoro insostenibile, determina sempre maggiori casi di stress psico-fisico. Le relazioni sindacali, che dovrebbero aiutare alla risoluzione delle problematiche, sono ormai inesistenti”.

Per questi motivi le organizzazioni sindacali, che il 21 gennaio hanno inoltrato l’ennesima segnalazione ai vertici del Dipartimento, hanno indetto per venerdì 11 febbraio, a Cagliari (alle 11 nella sede della Cisl) una conferenza stampa per denunciare ancora una volta le gravi criticità del sistema penitenziario isolano e motivare lo stato di agitazione del personale.

Giovedì, 3 febbraio 2022

 

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