Alla scoperta di Arborea: ecco come funzionava la città di fondazione - LinkOristano
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Alla scoperta di Arborea: ecco come funzionava la città di fondazione

Un viaggio virtuale tra storia e bellezze in compagnia dell'esperto Alberto Medda Costella

Arborea - La Città della Bonifica
Piazza Maria Ausiliatrice

Arborea

Un viaggio virtuale tra storia e bellezze in compagnia del ricercatore Alberto Medda Costella

Passeggiando tra le sue strade, si viene catapultati fuori dalla Sardegna, tra architetture decorate ed edifici squadrati di epoca razionalista. Oggi è il primo “Comune onorario del Veneto” e un fiorente centro produttivo conosciuto in tutta Italia: Arborea è Città di fondazione, simbolo della bonifica e sa affascinare con la sua unicità.

Nata poco meno di un secolo fa, ha già cambiato il nome due volte.

La storia

La storia di Arborea è legata a doppio filo con quella della Società Bonifiche Sarde: fondata nel 1918 dalla Banca Commerciale Italiana, nasceva con lo scopo di rendere produttivi gli  oltre ventimila ettari sui quali quali sarebbe poi sorta Arborea.

Regolati fiumi e torrenti, si doveva  rendere fertile e redditizia la terra, con la creazione di un nuovo sistema agricolo, in grado di ottimizzare gli investimenti della Società. A questo scopo era necessario attirare non solo lavoratori alla giornata, ma contadini che si stabilissero in quelle terre.

Boatto, Destro, Milan e Naletto, sono solo alcuni dei cognomi dei nuovi coloni che si trasferirono in quella che sarebbe diventata Arborea prima del 1950. Anno dopo anno nacquero così aziende agricole familiari e case coloniche, che continuarono a crescere e prosperare, ritagliandosi un posto nell’economia isolana.

Si arriva così  al  29 ottobre 1928 quando venne inaugurato il “Villaggio Mussolini”, divenuto comune autonomo due anni dopo e denominato “Mussolinia di Sardegna”. Si dovrà però aspettare fino al 1944 perché il centro cambi nuovamente il nome, stavolta nell’odierno “Arborea”, divenuto  famoso in Italia e sinonimo di produttività.

Oggi Arborea è uno dei centri economicamente  più avanzati della Sardegna: dall’allevamento, all’agricoltura, fino alle produzioni casearie, le cooperative locali collaborano allo sviluppo del centro.

Alla scoperta di Arborea

Dalla piazza centrale dedicata a Maria Ausiliatrice, passando per il municipio, la Villa del Presidente e la statua dedicata all’ingegnere Giulio Dolcetta, realizzatore del piano della prima bonifica; fino all’ex Silos e alla torre della Casa del Fascio, Arborea è un esempio di architettura del Novecento dalle mille sfaccettature.

Piazza Maria Ausiliatrice e oltre. Più noto degli edifici di Arborea e risalente agli anni ‘20, la chiesa del Cristo Redentore è stata affidata nel 1936 ai salesiani e presenta uno stile neoromanico abbinato a una commistione di elementi tipici dell’architettura padana e delle valli dell’Alto Adige, che la rendono quasi unica in Sardegna.

Dopo aver ammirato la facciata decorata con l’ampio mosaico e il campanile un tempo adibito a serbatoio d’acqua, si accede al suo interno, nel quale si rimarrà affascinati dalla pala posta sull’altare. Nata dal pennello dell’artista cagliaritano Filippo Figari, tra i più noti pittori sardi del Novecento, rappresenta l’episodio biblico della moltiplicazione dei pani e dei pesci: il Cristo però è circondato da contadini polesani e sardi in costume tradizionale, per ricordare la natura della stessa Arborea.

Alla sinistra della chiesa si può trovare l’edificio del Dopolavoro, progettato da Carlo Avanzini e oggi adibito a teatro, e la Scuola elementare, dalla facciata neorinascimentale severa, ma addolcita da numerose decorazioni.

Posto a destra della chiesa, il Palazzo dell’Albergo e dei Negozi è uno dei primi edifici commerciali edificati a Mussolinia di Sardegna e comprende la storica “Locanda del Gallo Bianco”: il suo aspetto è del tutto simile a quella della Casa degli Impiegati, posta proprio di fronte.

Lasciandosi alle spalle la piazza centrale, si arriva in via don Bosco, dove si potrà ammirare l’ex Casa del Dottore e le sue inconfondibili decorazioni bianche e nere sulla facciata: attualmente di proprietà del Comune di Arborea, è sottoposto a un restauro e accoglierà un Centro Famiglia.

Non molto distante si può fare tappa all’ospedale “Carlo Vanzini”, con la sua torretta neomedievale. Se in passato poteva ospitare fino a trenta ricoverati accuditi dalle suore vincenziane, oggi ospita una comunità integrata per anziani.

Le ville del centro storico. Accanto al municipio, con la sua facciata di pietra e intonaco giallo, e poco distante dalla scultura dedicata all’ingegnere Giulio Dolcetta,  tra la vegetazione che la circonda, spicca la Villa del Direttore.

Di proprietà della Regione Sardegna, è attualmente chiusa al pubblico, ma si può ammirare dall’esterno: l’ingresso è incorniciato da  colonne con capitelli scolpiti, che sorreggono un elegante balconcino. La facciata dà sfoggio di fantasiose raffigurazioni sui toni dell’arancione.

Alla destra della Villa del Direttore, al centro di un grande parco privato si staglia la Villa del Presidente o “Villa Dolcetta”. Acquistata pochi anni fa dalla Banca di credito cooperativo di Arborea, l’edificio è stato sottoposto a importanti lavori di restauro e non è attualmente visitabile.

Nata da un progetto dell’ingegnere Carlo Avanzini e destinata a diventare residenza del presidente della Società Bonifiche Sarde, è uno dei primi edifici sorti nell’agglomerato urbano. Si sviluppa su tre piani, con un ampio portico al pianterreno, dei motivi decorativi e delle ampie vetrate, che si affacciano sul corso Roma e il suo canale.

Con un gusto architettonico tipico della pianura padana, l’edificio presenta sul retro la scuderia, l’autorimessa, i magazzini e i locali della servitù. All’interno della villa, che ha spalancato le sue porte in occasione di un’edizione di Monumenti Aperti, sono custoditi gli arredi d’epoca, lo studio dell’ingegnere e una meravigliosa macchina da scrivere Olivetti.

Sino agli scorsi in diverse occasioni poteva essere visitata.

L’Arborea razionalista. Allontanandosi dal centro, si impongono gli squadrati edifici dello stile razionalista progettati dall’ingegnere Giovanni Battista.

Passeggiando tra le strade storiche e approdando in corso Italia, non può non colpire la presenza di un campanile: non si tratta di un’altra chiesa, ma della Casa del Fascio con la sua torre littoria squadrata e i mattoni a vista.

Si può poi fare tappa all’ex Casa del Balilla, diventata poi Casa della Gioventù Italiana del Littorio, con il suo ampio blocco centrale a due piani: ospitava la palestra, gli spogliatoi , gli ufficio e presenta oggi due ali in cemento armato a incorniciare la piscina esterna.

Degni di menzione anche la Caserma della Milizia Volontaria di Sicurezza Nazionale, che oggi ospita la biblioteca comunale e la Casa del Cooperatore, molto più recente, inaugurata nel 1960 e progettata dall’ingegnere Nino Cerlienco. Quest’ultima è attualmente al centro di un progetto di riqualificazione: verrà infatti trasformata in una “Porta del Territorio”, ovvero un centro informativo di promozione territoriale.

Risalente agli anni ‘30 e sorto per volontà della Società sarda di Costruzione, l’ex Silos guarda Arborea dall’altro dei suoi trentacinque metri di cemento armato, che si stagliano tra via Baranì e via Marconi. Proprio come la Casa del Cooperatore, anche questo monumentale edificio sarà presto riqualificato, diventando il Centro del Libro, uno spazio dedicato alla lettura.

Anch’esso nato da un progetto della Società sarda di Costruzione, l’ex Enopolio, invece,  è stato recentemente restaurato e ospita oggi un centro commerciale: l’edificio stupisce con decorazioni e fregi geometrici di gusto decò e futurista.

Oltre i confini del paese. Lasciandosi alle spalle il centro abitato, Arborea offre la possibilità di scoprire le sue bellezze naturalistiche.

Entrambi Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e  oasi di protezione faunistica tutelati dalla Convenzione di Ramsar nel 1977, gli stagni di S’Ena Arrubia e Corru s’Ittiri stupiscono con la loro biodiversità.

Ultima porzione rimanente del grande stagno Sassu, S’Ena Arubia venne sottoposto a bonifica nel 1937 e si estende per 300 ettari, alimentati costantemente da canali, che ogni anno ospitano numerosi esemplari di fenicottero e altri volatili. Affacciata sull’oasi, spicca l’idrovora di Sassu, con le sue forme moderne e futuriste realizzate nel ‘34.

A sud, si può fare tappa allo stagno di San Giovanni, poco distante dall’idrovora storica, ovvero quella di Luri, e dunque a quello di Corru s’Ittiri, anch’esso popolato da numerose specie quali aironi cinerini, avocette, cavalieri d’Italia e martin pescatori.

Spostandosi verso la costa immancabile la tappa alla pineta, dove, nascosta tra gli alberi, sorge la Torretta di avvistamento antincendio realizzata negli anni ’50 dall’ingegnere Nino Cerlienco. Di stile razionalista, i ben 32 metri di cemento e ferro sono stati recentemente restaurati. Non molto distante, presso l’ex colonia della strada 27 si potrà fare tappa al nuovo Centro ambientale di Arborea, inaugurato nel febbraio di quest’anno.

Spostandosi verso la costa, d’obbligo una pausa rigenerante alla spiaggia di Arborea: lunga 9 chilometri, ogni anno è molto frequentata e completa di servizi di salvamento bagnanti e zone dedicate alle persone con difficoltà motorie.

La storia in un museo

L’ex mulino, nel cuore dell’area industriale del centro e poco distante dall’ex Silos, ospita il Museo della Bonifica di Arborea – MUBA che ha aperto le sue porte nell’aprile del 2014.

Passeggiando tra le sue sale, si possono distinguere due sezioni, quella storica e quella dedicata all’archeologia. La prima è situata al piano terra e racconta le vicende che portarono alla nascita di Arborea, attraverso gli edifici del paese, i suoi architetti e il suo sviluppo urbano. Il visitatore potrà usufruire di diversi supporti, tra i quali audioguide, pannelli informativi, un tavolo touch screen, attraverso il quale ammirare circa 800 foto d’epoca, e le proiezioni di filmati di propaganda del Ventennio fascista e riprese aeree.

Con la sezione archeologica si fa invece tappa in una Arborea ben più antica, riportata alla luce durante le opere di bonifica e recenti scavi:  custodisce numerosi reperti provenienti dalla necropoli di S’Ungroni e dal pozzo sacro di Orri, santuario costiero scoperto vino alla salina di Pauli Pirastu, all’estremità sud-occidentale del territorio comunale di Arborea. Tra le sale si possono ammirare  corredi funerari dalla necropoli, nonché materiali nuragici e votivi di epoca punica e romana.

Il Museo della Bonifica di Arborea – MUBA è temporaneamente chiuso al pubblico.

Celebrare la produttività di Arborea

Sono molti durante l’anno gli appuntamenti imperdibili ospitati dalla città della bonifica: dalle sagre, fino alla fiera, la comunità e le sue associazioni, tra le quali l’immancabile Pro loco, si riuniscono, per festeggiare la sua storia e tradizioni, attirando visitatori da tutta la Sardegna.

Fissata per l’ultima domenica di aprile o la prima di maggio, la fiera dell’Agricoltura continua a fare grandi numeri e accoglie ogni anno appassionati ed esperti di settore. All’evento sono abbinate altre due iniziative: la Mostra regionale dei bovini di razza frisona italiana, con l’esposizione di animali provenienti dalle migliori aziende agricole di Arborea, e la Sagra delle Fragole, altro prodotto di punta del territorio.

A celebrare le origini venete di Arborea, la Sagra della Polenta, giunta nel 2023 alla sua 40 esima edizione. Ogni anno a ottobre, piazza Maria Ausiliatrice si riempie dei profumi di questo iconico prodotto, declinato in diverse pietanze che unisco il Veneto alla Sardegna: con le cozze, arrosto con la luganega, il tocio (lo spezzatino veneto) o con il radicchio trevigiano, oppure ancora con dei deliziosi formaggi, la polenta attira sempre tanti buongustai.

Altro appuntamento imperdibile di Arborea è la Festa delle Etnie, una grande rassegna enogastronomica che celebra i piatti tipici delle varie etnie che compongono la comunità della Città di fondazione. Ogni anno si possono gustare pietanze provenienti non solo da Sardegna e Veneto, ma anche da Friuli, Romagna e Lazio. Dato il periodo estivo, all’evento è stata abbinata la Sagra dell’Anguria, frutto molto amato e coltivato in questi territori.

Una storia tra le pagine

Nonostante Arborea sia un giovane centro, non è meno ricco di storia: sono numerose le pubblicazioni che, tra ricerche e impegno, svelano punti di vista inediti e tante curiosità.

Si parte da “Destinazione Arborea – Storie de migrasion, fameje e fadighe dei Veneti de Sardegna” di Alberto Medda Costella: ricco di immagini d’epoca, offre un vivido quadro sulla grande migrazione dei veneti fino alle fertili terre della futura Arborea, attraverso le testimonianze delle famiglie che oggi la abitano. Il libro è nato grazie all’associazione “Veneti nel mondo”, della cui sezione locale è presidente lo stesso autore.

Un’altra opera che aiuterà ad approfondire la storia della Città di fondazione è “L’identità storica di Arborea” di Giò Murru, ovvero la raccolta di atti dei numerosi convegni tenuti dall’esperto e altri studiosi. Sono numerosi gli argomenti affrontati: dall’architettura al potere del regime fascista, passando per la pratica della mezzadria, fino alla bonifica del territorio.

Attraverso le 700 pagine del volume “Arborea e… l’Arboreino” di Antonio Michele Angioni, sarà possibile rivivere le atmosfere di un tempo, scoprendo tanti dettagli inediti sulla grade opera di fondazione del centro. Sfogliando il libro si verrà rapiti dagli scatti d’epoca e dalla sapiente commistione tra ricerca e testimonianze orali di chi visse in prima persona la nascita di Mussolinia di Sardegna.

Curato da Maria Gabriella Da Re, “Le vie dell’acqua – La bonifica di Arborea” raccoglie le foto di Marcello Stefanini e offre un viaggio attraverso le ricchezze del centro, dai suoi edifici, fino ai reperti della sua costruzione e interessanti ricerca sulla sua fondazione.

Venerdì, 3 novembre 2023

[In collaborazione con l’Assessorato al Turismo della Regione Sardegna]

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