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Cordoglio

Anche da Oristano un ricordo commosso per Marina Casana, che contribuì a sconfiggere l’anonima sequestri

Rapita nel 1979 insieme al fratello Giorgio, fornì agli inquirenti importanti indizi per risalire ai suoi carcerieri

Marina Casana
Marina Casana

Oristano

Rapita nel 1979 insieme al fratello Giorgio, fornì agli inquirenti importanti indizi per risalire ai suoi carcerieri

Un messaggio di cordoglio e riconoscenza anche da Oristano per la scomparsa di Marina Casana, che nel 1979 fu vittima di un sequestro di persona a Capo Pecora, insieme al fratello Giorgio.

Un gruppo di oristanesi l’ha voluta ricordare con un necrologio sulle pagine de L’Unione Sarda. Hanno pensato a lei l’avvocato Piero Franceschi, l’imprenditore Gianfranco Secci, la docente Michela Floris, l’ex sindaco di Terralba Maria Cristina Manca, il sindaco di Siamanna Franco Velio Melas, il consigliere regionale e sindaco di Neoneli Salvatore Cau e gli ingegneri Sara Olla e Gianni Mascia, uniti in un’associazione culturale che ha come scopo il miglioramento delle condizioni della Sardegna. “Memori delle drammatiche vicende di quei terribili anni ’70 e ’80, partecipano sinceramente commossi e con gratitudine al ricordo e all’unanime cordoglio per la prematura scomparsa di Marina Casana”, si legge nel necrologio, “che da giovanissima seppe reagire con grande forza e spiccata intelligenza al crimine di cui era stata vittima, insieme all’ancora più giovane fratello, creando con il suo coraggio le condizioni perchè fosse definitivamente debellata la piaga dei sequestri di persona in Sardegna”.

“Quando Marina Casana venne rapita con il fratello eravamo loro coetanei”, spiega Piero Franceschi. “Il rapimento di questi giovani ci aveva colpiti molto già all’epoca. Noi siamo tutti oristanesi e l’anno prima avevamo vissuto il rapimento di don Efisio Carta, che non è mai tornato. E prima ancora Puccio Carta e Luigi Daga, e anche il tentativo di sequestro di Paolo Ligia, che era un nostro compagno di scuola. Poi ci fu il terribile sequestro di Giuseppe Vinci, il più lungo per permanenza in prigionia”.

“È stato un incubo durato 30 anni e finito anche grazie a Marina Casana, che con forza, coraggio e intelligenza fuori dal comune, riuscì a fornire agli inquirenti elementi indispensabili per scoprire i vari luoghi della prigionia”, ricorda ancora Piero Franceschi, ricordando l’importanza dei racconti della giovane circa sulle confidenze ricevute durante la prigionia dal carceriere Tore Fais di Santu Lussurgiu, che le raccontò del suo paese in cui si correva una spericolata corsa a cavallo e le regalò una catenina. Essenziale anche il collegamento al quale gli inquirenti arrivarono con Luciano Gregoriani, primo collaboratore di giustizia dell’anonima sequestri.

Marina Casana fu rapita il 22 agosto del 1979 da un isolotto prospiciente Capo Pecora, dove si trovava con la sua famiglia. I banditi arrivarono dal mare con un gommone e si calarono da una scogliera. La madre della ragazza chiese ai rapitori di prendere anche il fratello Giorgio, di un anno più piccolo, per non lasciare da sola la figlia. I due ragazzi rimasero prigionieri per 61 giorni. Per la loro liberazione fu pagato un riscatto di 500 milioni di  lire. Marina Casana è morta nei giorni scorsi, a 61 anni, all’ospedale Gradenigo di Torino, dove era ricoverata da una decina di giorni.

“La Sardegna è in debito con Marina Casana”, conclude Franceschi, “non solo perché ha subito un sequestro atroce, soprattutto a quell’età, ma in particolare perché – se non avesse avuto la forza di reagire e ripercorrere quei momenti – noi forse saremmo ancora in preda ai malviventi”.

Generico maggio 2024
Il necrologio per Marina Casana

Martedì, 28 maggio 2024

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