Lasciati soli a combattere contro il cancro: drammatiche testimonianze dai malati oristanesi - LinkOristano
Sanità

Lasciati soli a combattere contro il cancro: drammatiche testimonianze dai malati oristanesi

Già da gennaio i tagli. Medici  insufficienti. Situazione grave

Tumore cancro chemioterapia
Foto d'archivio

Oristano

Già da gennaio i tagli. Medici  insufficienti. Situazione grave

Nella sala d’attesa dell’ambulatorio medico del Policlinico di Monserrato,  l’altra mattina,  una decina di pazienti oncologici,  uno dopo l’altro, si è presentata per una visita specialistica: la metà di loro arrivava dalla provincia di Oristano. Non è un caso. Nell’Oristanese ormai tanti malati non riescono ad avere l’assistenza che si deve a quanti sono costretti ad affrontare una patologia come il cancro,  che  ancora troppe volte porta alla morte.

“Ci dovrebbero curare e invece ci sentiamo  abbandonati”, afferma una paziente di Oristano, con la voce rotta dalla commozione. “L’estate scorsa sono stata operata all’ospedale San Martino per l’asportazione di un tumore al colon”,  racconta la donna. “Nel successivo mese di settembre l’oncologa dello stesso ospedale, che mi ha preso in carico per la gestione delle fasi successive della malattia, mi ha visitato e prescritto una serie di esami, in vista di un controllo fissato per il successivo mese di febbraio. Esami che io ho dovuto prenotare anche a pagamento e fuori provincia, considerati i lunghi tempi di attesa previsti a Oristano. Nel mese di gennaio, quando stavo per sottopormi a una risonanza magnetica, l’ultimo degli esami previsti, con una telefonata il reparto di Oncologia mi ha comunicato la cancellazione del mio appuntamento di febbraio. A niente sono servite le mie richieste di avere una indicazione su  come e quando proseguire nei controlli. Senza nessun’altra spiegazione di fatto  sono stata depennata dall’elenco dei pazienti scelti per  essere seguiti all’Oncologia del San Martino”. 

Comprensibile la disperazione della paziente che, con grande difficoltà,  ha dovuto rivolgersi per mesi a diverse altre strutture dell’isola, tutte con rilevanti carichi di lavoro, prima di trovare uno specialista che si occupi di lei e che la accompagni nella delicata fase del cosiddetto “follow up”.   

“Solo in questi giorni”, racconta ancora la donna, “sono riuscita ad avere un appuntamento all’Ospedale di San Gavino, ma non è stato facile e non sarà facile, per me, dovermi spostare da Oristano, dove sembra esista comunque un ospedale con una struttura di oncologia”. C’è, ma evidentemente non per tutti, se diversi pazienti si sono venuti a trovare in queste situazioni di difficoltà, già denunciate lo scorso inverno.  L’allarme è scattato proprio allora  con la riduzione del personale medico.  In questi ultimi mesi il reparto ha perso tre oncologi. Ce ne sono altri tre, più  tre ematologi. Un numero insufficiente per fare fronte a un considerevole impegno: quasi 450 malati in terapia, perlopiù impegnati con le sedute di chemio. Ai quali si aggiungono un altro migliaio di pazienti che magari hanno subito  un’operazione o che devono essere sottoposti a un costante monitoraggio per evitare la recrudescenza della malattia.

“Per tre anni mi ha seguito una brava oncologa, ma poi mi hanno letteralmente scaricato”, racconta un altro paziente oncologico residente in un comune della provincia di Oristano. Operato nel gennaio del 2020 per un tumore al colon in un ospedale dell’isola, è stato subito preso in carico da una specialista dell’Oncologia dell’ospedale  San Martino per controlli e visite semestrali. Fino alla fine dell’anno scorso.

“A dicembre con una sbrigativa telefonata il reparto di Oncologia mi ha informato che la mia visita fissata per lo scorso mese di gennaio doveva slittare di qualche settimana fino a una data che mi sarebbe stata comunicata a breve. Attendo ancora la comunicazione del nuovo appuntamento e nessuna risposta hanno avuto le mie richieste inviate anche per mail o per posta certificata. Dopo un nuovo intervento chirurgico e non poche complicazioni”, conclude il paziente, “ora sono stato preso in carico al Policlinico di Monserrato”.

“All’Oncologia dell’ospedale San Martino hanno iniziato a seguirmi con controlli semestrali oltre otto anni fa, subito dopo un intervento per l’asportazione di un tumore al polmone e anche per le gravi complicazioni legate alla mia malattia, che si sono manifestate negli anni successivi”,  racconta un altro paziente di Oristano. “Alla fine dell’anno scorso l’amara sorpresa: mi hanno comunicato per telefono che i follow – up erano sospesi e da allora non ho avuto l’indicazione di nuova data. Da aggiungere che in tutto questo periodo sono stato costretto per i problemi della mia salute a effettuare le risonanze magnetiche e le tac in periodi molto ravvicinati e naturalmente in strutture diverse da quelle della Asl di Oristano, a cui è proprio inutile che mi rivolga”. 

“Mi chiedo a cosa serva il servizio di accoglienza dei pazienti oncologici varato alcuni mesi fa all’ospedale San Martino”, lamenta un’altra paziente oncologica oristanese,  “se poi non si è in grado di  trovare una soluzione alternativa dopo la cancellazione dei controlli,  che dobbiamo proseguire per un lungo periodo e nei momenti di insorgenza di complicazioni legate alla malattia”.

“La sa l’ultima?”, conclude la paziente: “In reparto è comparso un cartello che avvisa anche della impossibilità di medicare i cosiddetti cateteri venosi centrali e i dispositivi P.I.C.C. ai pazienti seguiti per le chemioterapie in altre strutture dell’isola. Se c’è un problema risolvibile con  un’assistenza ambulatoriale dobbiamo affrontare un viaggio di cento chilometri per andare magari a Cagliari. Ore e soldi persi, ma soprattutto un peso in più per noi che già soffriamo a causa dei problemi derivanti dalla chemio”.

Venerdì, 21 giugno 2024

 

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