Dottoressa uccisa nell'ambulatorio di guardia medica, il Comune le intitolerà una piazza - LinkOristano
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Dottoressa uccisa nell’ambulatorio di guardia medica, il Comune le intitolerà una piazza

L'iniziativa a Solarussa. E a Sanluri, paese d'origine di Roberta Zedda, domani una messa e una serata in teatro

Roberta Zedda - Dottoressa uccisa a Solarussa
Roberta Zedda

Solarussa

L’iniziativa a Solarussa. E a Sanluri, paese d’origine di Roberta Zedda, domani una messa e una serata in teatro

Il Comune di Solarussa intitolerà presto una piazza del paese alla memoria di Roberta Zedda, dottoressa originaria di Sanluri, uccisa il 3 luglio 2003 nell’ambulatorio della guardia medica del paese dell’Oristanese, per mano di quello che credeva fosse un paziente.

Intanto, domani – mercoledì 3 luglio – a 21 anni esatti dall’assassinio, Zedda verrà ricordata a Sanluri in una serata a lei dedicata. Alle 18.30 verrà celebrata la messa nella chiesa di San Lorenzo e poi alle 19.30 si proseguirà in teatro. Tra gli altri, saliranno sul palco Carla Denule e Le Kanusie. L’evento è patrocinato dal Comune di Sanluri e dalla Presidenza della Regione.

“Spero di riuscire a essere presente domani a Sanluri”, ha detto il sindaco di Solarussa Mario Tendas. “Il ricordo della dottoressa Roberta Zedda è sempre vivo. Il suo assassinio, per la nostra comunità, è una ferita che mai si è rimarginata. Con l’Asl avevamo a suo tempo intitolato alla sua memoria l’ambulatorio comunale, in via Garibaldi, dove lei aveva svolto la sua attività di medico”.

“Nei prossimi mesi, inoltre, inaugureremo piazza Roberta Zedda. La delibera per l’intitolazione”, ha concluso Tendas, “è già stata approvata”.

Ha ricordato il medico di Sanluri anche il presidente dell’Ordine dei Medici di Oristano, Antonio Sulis. “Sembra ieri, ma sono passati 21 anni dalla morte della dottoressa Zedda”, ha dichiarato Sulis. “Purtroppo i casi di violenza nei confronti degli operatori sanitari nell’ultimo periodo sono aumentati, la situazione è drammatica. Cresce il numero delle aggressioni e quello dei colleghi che hanno perso la vita sul posto di lavoro. Come categoria ci battiamo quotidianamente affinché le aggressioni vengano condannate con fermezza. Il medico porta avanti una missione a tutela della salute dei propri pazienti, non si può pensare di essere vittime di violenza nello svolgimento della professione”.

Martedì, 2 luglio 2024

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