Nel porto di Oristano la fabbrica delle torri eoliche offshore di tutto il Mediterraneo? Video - LinkOristano
Energia

Nel porto di Oristano la fabbrica delle torri eoliche offshore di tutto il Mediterraneo? Video

Progetto di Seawind Italia per costruire e assemblare nella zona industriale le pale da installare nell'Europa meridionale

Costruzione torri eoliche
Una simulazione grafica del funzionamento dell'Ocap, realizzata da Seawind

Oristano

Progetto di Seawind Italia per costruire e assemblare nella zona industriale le pale da installare nell’Europa meridionale

Potrebbe ospitare il principale centro europeo di fabbricazione e assemblaggio di pale eoliche offshore galleggianti, il porto industriale di Oristano-Santa Giusta, già utilizzato appena lo scorso aprile per  sbarcare i componenti di 30 pale e torri eoliche, ancora depositati nel piazzale centrale e destinati in parte a nuovi impianti a terra a Musei, Domusnovas e Villacidro, per due progetti presentati dalla società piemontese Esna.

L’Ocap, l’Oristano Construction & Assembly Port, nulla ha che a che vedere con quello sbarco: dovrebbe sorgere nell’insediamento dove è presente il capannone del vecchio cantiere navale, mai entrato in funzione. Non si tratta di un deposito ma, appunto, di un polo per la  fabbricazione e l’assemblaggio di torri eoliche offshore galleggianti, nuova frontiera a basso costo, un’alternativa più rapida all’assemblaggio in mare, che richiede invece costose imbarcazioni di sollevamento e installazione.

Il progetto, che mira ad avere come mercato l’intero Mediterraneo, è di Seawind Italia, controllata dell’olandese Seawind Ocean Technology BV, e può contare sull’appoggio dei partner Buzzi Group e Manini Prefabbricati.

L’area dove dovrebbe sorgere l’Ocap è già stata assegnata dal Consorzio Industriale Provinciale Oristanese  a Seawind:  un terreno di 65 ettari nella zona del canale a fianco al deposito di Higas. Rientra nel lotto in questione anche il già citato insediamento con il capannone del cantiere navale, oggi in stato di abbandono.

A pieno regime – si legge sul sito web oristano-cap.com – l’impianto sarà in grado di costruire e assemblare ogni anno 50 unità con turbine eoliche da 15-18 MW. Strutture che verranno poi trasportate su chiatte e quindi sganciate e rimorchiate fino a destinazione.

Il progetto dell’Ocap attende di passare al vaglio della piattaforma telematica nazionale dello Sportello unico digitale Zes per le necessarie autorizzazione che al momento mancano. Da lì ci sarà il coinvolgimento dei vari enti interessati, locali e non, tra cui il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, per la procedura di impatto ambientale.  Ancora, quindi, si attende il rilascio dei titoli autorizzativi, procedura che sicuramente richiederà parecchio tempo (diversi mesi, se non di più).

Come detto, Seawind vorrebbe fare di Oristano il centro del mercato legato alle pale eoliche offshore galleggianti. Anche se circola voce ci sia un’iniziativa concorrente a questa nella ricca Marsiglia, il cui porto è il più importante della Francia.

Il progetto  per il  porto oristanese arriva in un momento non certo favorevole. In Sardegna ormai c’è un diffuso movimento che teme l’avanzata di decine di impianti con le rinnovabili. Il Consiglio regionale, appena due giorni fa, ha approvato la legge “Misure urgenti per la salvaguardia del paesaggio, dei beni paesaggistici e ambientali”, che mira a bloccare per 18 mesi la realizzazione di impianti di produzione dell’energia da fonti rinnovabili. L’obiettivo è quello di redigere nel frattempo il piano energetico regionale e la mappa delle aree idonee a ospitare gli impianti, come stabilito dal decreto approvato dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica.

Giovedì, 4 luglio 2024

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