Referendum contro parchi eolici e fotovoltaici, il Comitato per il No lancia una raccolta di firme - LinkOristano
Protesta

Referendum contro parchi eolici e fotovoltaici, il Comitato per il No lancia una raccolta di firme

Mobilitazione anche nell'Oristanese: il referente è l'avvocato e consigliere comunale Sergio Locci

Pale eoliche - parco eolico
Foto d'archivio

Oristano

Mobilitazione anche nell’Oristanese: il referente è l’avvocato e consigliere comunale Sergio Locci

Un referendum consultivo per fermare i progetti di parchi eolici e fotovoltaici in Sardegna in assenza di un adeguato piano energetico regionale. È questo l’obiettivo del “Comitato per il No”, che ha lanciato una raccolta di firme con l’obiettivo di raggiungere 10.000 sottoscrizioni e portare i cittadini sardi al voto.

Il gruppo civico è presieduto dall’avvocato Michele Pala e il referente per la provincia è l’avvocato e consigliere comunale oristanese Sergio Locci.

“Volete voi che il paesaggio sardo, terrestre e marino, sia modificato con l’installazione sul terreno e in mare di impianti industriali eolici e/o fotovoltaici per la produzione di energia elettrica?”: questo è il quesito che il “Comitato per il No” vuole proporre ai sardi con il referendum consultivo.

“Nei fatti”, di legge in una nota firmata da Sergio Locci, “l’installazione di migliaia di torri eoliche e pannelli fotovoltaici avrà quale effetto la trasformazione del paesaggio tipico sardo da rurale a industriale, instituendo un sostanziale cambio di destinazione d’uso del nostro territorio, in danno delle attività di agricoltura e di allevamento, nonché di grave pregiudizio per le attività turistiche”.

“Per la realizzazione di questi impianti”, va avanti l’avvocato oristanese, “si potrà procedere a espropri, all’apertura in agro di centinaia di strade di penetrazione necessarie per il transito dei mezzi di trasporto dei piloni e delle enormi pale eoliche, alla distruzione ambientale di aree da destinarsi a servizio delle installazioni, alla realizzazione per ciascuna pala eolica di imponenti e profonde piattaforme in cemento armato capaci di deviare falde acquifere e imporre enormi costi per il loro per ora ipotetico smaltimento. Per non dire degli effetti delle installazioni in mare, tra i quali è facile immaginare i danni economici ai tanti imprenditori sardi che operano nella pesca, ai tanti che investono la loro professionalità nel turismo e dunque nelle bellezze ambientali dell’isola”.

Sergio Locci maggio 2022
Sergio Locci

“Il tutto”, denuncia Sergio Locci, “è stato portato avanti senza neppure consultare le comunità locali, alle quali è imposto il giogo della più clamorosa e distruttiva servitù che la storia della Sardegna abbia mai conosciuto. Il Dpcm del 29 marzo 2022, a firma del presidente del Consiglio Mario Draghi, definisce ‘interventi di pubblica utilità indifferibili e urgenti’ l’installazione delle infrastrutture e degli impianti industriali necessari alla produzione in Sardegna di 550 MW di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili. Questo perché sono ritenuti progetti strategici per la transizione energetica del Paese inclusi nel Pnrr e nel Piano nazionale per l’energia e il clima (Pniec 2019). Per la realizzazione di tali obiettivi la norma stabilisce che gli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili abbiano un procedimento autorizzativo semplificato e che, nelle more dell’individuazione di superfici e aree idonee, non possono essere disposte moratorie o sospensioni dei termini dei procedimenti di autorizzazione, in quanto queste opere, è detto esplicitamente, costituiscono interventi di pubblica utilità indifferibili e urgenti”.

“Per questo”, conclude l’avvocato e consigliere comunale Sergio Locci, “anche la nostra provincia aderisce e si mobilita per la raccolta delle 10.000 firme per il referendum consultivo per dire no ai parchi eolici e fotovoltaici. Per scongiurare che anche l’Oristanese e il suo territorio, come le cronache raccontano, diventi preda della forsennata speculazione energetica in danno della sua popolazione, si ha la concreta speranza di incontrare la sensibilità dei tanti sardi che ancora amano la loro isola”.

Venerdì, 12 luglio 2024

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