Proteste contro le pale eoliche: undici denunce per blocco stradale. È polemica - LinkOristano
Cronaca

Proteste contro le pale eoliche: undici denunce per blocco stradale. È polemica

Stamane notificato un verbale

Polizia porto antisommossa
La polizia durante una notte di presidio al Porto di Oristano - Santa Giusta

Oristano

Notificati i verbali

Sono undici i manifestanti denunciati per le proteste al porto industriale di Oristano – Santa Giusta in seguito al tentativo  di impedire  il transito dei mezzi speciali  utilizzati nel trasporto di pale e torri eoliche sbarcate il mese scorso nello scalo. Lo rivelano Comitadi Soberania Energetica  –  Sardigna Natzione Indipendentzia, che hanno diffuso in merito una polemica nota cominciando a sottolineare le regioni del provvedimento: “Per aver impedito con il proprio corpo il transito di un convoglio di diversi automezzi e autocarri sedendosi e sdraiandosi al centro della carreggiata tanto da impedire al convoglio di proseguire la marcia”.

“Quale altra arma”, ci si chiede nel documento, “se non i propri corpi, può usare la gente di un popolo che vede la propria terra e il proprio futuro devastati e compromessi dalla complicità tra uno stato coloniale e le multinazionali corsare?”.

“Si vuole spingere la gente sarda ad azioni inconsulte per poi criminalizzarle?”.

“Non cadremo nella trappola”, prosegue la nota, “continueremo ad opporre civiltà a barbarie, la nostra lealtà pacifica alla vostra legalità violenta che toglie i presidi sanitari, gli spazi pubblici e gli esercizi pubblici ai presidianti e li denuncia e chiede sanzioni che vanno da 1.000 euro a 4.000 euro.  Anche questo pomeriggio sono continuate le intimidazioni con i controlli al bar del porto e ad un chiosco”.

Polemiche anche all’indirizzo dei sindaci che oggi hanno incontrato per iniziativa dell’Anci, la presidente della Regione Alessandra Todde, ad Abbasanta, riunione conclusa col voto di un documento.

“Nel documento”, sostengono Comitadi Soberania Energetica  –  Sardigna Natzione Indipendentzia, “non solo non si esprime un briciolo di solidarietà ai presidianti del porto di Oristano e di Selargius ma si cerca di addossare tutte le responsabilità alle sole multinazionali dell’energia e non si cita neanche il vero responsabile del disastro che incombe sui sardi. Non si dice che quei corsari dell’energia sono autorizzati dallo Stato italiano e come nell’800 con il taglio dei boschi lo Stato sta autorizzando la devastazione della terra dei sardi”.

“Ai persecutori della ribellione sarda riconosceremo il titolo di “servitori più realisti del re” e non ci dimenticheremo di ricordarli tra i collaborazionisti del dominatore di turno quando saranno i sardi a scrivere la storia del loro popolo”.

“Solidarietà”, conclude iol documento, “ai denunciati del presidio che con il loro corpo e il loro cuore hanno fatto ciò che ogni sardo dovrebbe fare per onorare la propria “Responsabilità Generazionale” e difendere la nostra dignità, la nostra terra e il futuro dei nostri figli”.

Oristano resiste. Già  nel primo pomeriggio i militanti di Oristano resiste si erano detti  preoccupati perché al momento quello contestato viene considerato come  un illecito amministrativo, ma potrebbe diventare penale. La norma, infatti, è attualmente oggetto di revisione, in ottica maggiormente repressiva.

“Il DDL prevede, infatti, che il blocco stradale con il proprio corpo non sarà più un illecito amministrativo ma debba avere rilevanza penale con la reclusione fino a un mese o la multa fino a trecento euro e inoltre viene aggiunta un’aggravante speciale ad effetto speciale in quanto nell’ipotesi di consumazione del reato da parte di più persone riunite, viene prevista la reclusione da sei mesi a due anni”, si legge nel comunicato.

Gli attivisti contestano l’operato della Questura e esprimono piena solidarietà  ai manifestanti.

Mercoledì, 31 luglio 2024

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