Stop alle speculazioni sulle energie rinnovabili: cosa chiedono i sindaci e cosa promette la presidente Todde - LinkOristano
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Stop alle speculazioni sulle energie rinnovabili: cosa chiedono i sindaci e cosa promette la presidente Todde

Ad Abbasanta a un incontro convocato dall'Anci

Abbasanta - Incontro Anci Todde
L'incontro dell'Anci ad Abbasanta

Abbasanta

Ad Abbasanta a un incontro convocato dall’Anci

Un percorso partecipativo in quattro fasi, il coinvolgimento nella revisione del piano paesaggistico regionale e del piano energetico ambientale della Regione Sardegna e favorire la nascita di un’Agenzia sarda dell’Energia. Sono le richieste per rispondere alla speculazione delle energie rinnovabili contenute in un documento di indirizzo approvato oggi ad Abbasanta dall’Anci Sardegna e presentato alla presidente della Regione Alessandra Todde e all’assessore regionale dell’Industria Emanuele Cani.

Intervenuta al termine dell’incontro, la governatrice ha parlato della moratoria e ha risposto alle preoccupazioni dei sindaci. “Siamo al lavoro sulle aree idonee”, ha detto Todde, “il confronto con sindaci e territori è centrale e indispensabile”.

Erano presenti all’incontro convocato dalla presidente regionale dell’Anci, Daniela Falconi, oltre 150 tra sindaci e amministratori locali giunti da tutta l’isola.

Il documento di indirizzo esprime “la necessità di creare un percorso condiviso con la Giunta e il Consiglio regionale, con gli enti locali, con le parti economiche e sociali, con i comitati, e con le popolazioni dei vari territori, al fine di costruire insieme un impianto normativo che vada incontro all’esclusivo e primario interesse della Sardegna e dei cittadini e le cittadine che la abitano”.

“La questione delle energie rinnovabili”, si legge nel documento votato dall’Anci, “è attualmente oggetto di una duplice speculazione, effettuata da un lato da chi ha presentato centinaia di progetti da decine di milioni di euro – si contano non meno di 800 progetti in corso di valutazione da parte del Ministero dell’Ambiente – e dall’altro da chi vorrebbe continuare nell’utilizzo di combustibili fossili rendendo impraticabile qualsiasi alternativa. Anci Sardegna è convinta che la transizione energetica sia una grande opportunità per la Sardegna solo ed esclusivamente se inquadrata all’interno di un percorso virtuoso e partecipato che affronti nell’immediato l’emergenza e in modo determinato la costruzione di un progetto di sviluppo sostenibile non energivoro e non inquinante, che promuova le risorse materiali e immateriali della Sardegna e offra una prospettiva alle generazioni future, anche mediante il rafforzamento e il finanziamento delle produzioni primarie derivanti da agricoltura e pastorizia e mediante il contrasto attivo della desertificazione umana dei territori con interventi innovativi, strutturali e coraggiosi sullo spopolamento, a tali finalità ispirando tanto la nuova pianificazione paesaggistica (revisione del piano paesaggistico regionale vigente ed estensione del Ppr a tutto il territorio regionale), quanto la revisione Pears e favorendo la nascita dell’Agenzia sarda dell’Energia, fondata sulle comunità e sugli enti locali, che possa monitorare e accompagnare gli interventi fino al raggiungimento degli obiettivi fissati per il 2030”.

“Per Anci Sardegna”, va avanti il documento, “è indispensabile, soprattutto in questa fase, conoscere nel dettaglio la mappa dei progetti già autorizzati e di quelli che hanno richiesto l’autorizzazione al fine di poter avviare con cognizione di causa ogni successivo ragionamento e che, una volta individuate le aree idonee, la realizzazione degli impianti autorizzati e le nuove eventuali autorizzazioni, restino esclusivamente entro i limiti finalizzati al raggiungimento dell’obiettivo di produzione da energie rinnovabili stabilito dal Decreto aree idonee del 21 giugno 2024”.

L’Anci chiede che a partire dal prossimo settembre “si apra un grande cantiere di elaborazione e condivisione che attraversi tutti i territori dell’isola, seguendo un cronoprogramma preciso, che sia definito da una cabina di regia tecnico-politica che veda al suo interno anche rappresentanti degli enti locali e dei comitati”.

“Un percorso”, puntualizza il documento approvato dai sindaci, “che veda tutti impegnati in quattro fasi. Fase 1 (settembre 2024) – 8-10 incontri territoriali: analisi e condivisione della situazione esistente. Prime analisi sulle linee guida e sui criteri di individuazione delle aree idonee e avvio della discussione relativamente alla revisione e all’aggiornamento del Pears, nonché dell’aggiornamento, adeguamento e completamento del piano paesaggistico regionale; Fase 2 (ottobre/novembre2024) – 16-18 incontri territoriali: presentazione e condivisione di un testo in bozza recante le linee guida sull’individuazione delle aree idonee e non idonee. Proseguimento e approfondimento della discussione su revisione e aggiornamento del Pears e adeguamento Ppr; Fase 3 (dicembre 2024) Intesa in sede di conferenza Regione-enti locali sulle linee guida relativamente al testo di legge sull’individuazione delle aree idonee e non idonee. Approvazione delle norme da parte del Consiglio regionale col parere obbligatorio espresso da Consiglio delle autonomie locali della Sardegna; Fase 4 (gennaio-giugno 2025) – 8-10 incontri territoriali: definizione delle linee guida del nuovo Pears e delle norme di adeguamento del Ppr”.

“Anci Sardegna”, conclude il testo approvato, “attraverso questo documento di indirizzo ribadisce con forza la centralità dei territori che devono essere i primi protagonisti delle decisioni, la volontà di concorrere alle scelte anche con potere decisorio sulle pratiche presentate e l’interesse primario della difesa dell’ambiente e del paesaggio intesi come valore universale in modo che la transizione energetica possa rappresentare per la Sardegna sorgente e fonte di sviluppo”.

La presidente della Regione Alessandra Todde ad Abbasanta - Foto Ufficio Stampa Regione Sardegna
La presidente della Regione Alessandra Todde ad Abbasanta - Foto Ufficio Stampa Regione Sardegna

Commentando la proposta di legge di iniziativa popolare nata dai comitati contro la speculazione energetica, il comitato tecnico-scientifico per l’insularità, la presidente della Regione Alessandra Todde ha detto all’Ansa che “ogni contributo, soprattutto quelli popolari, deve essere valorizzato e deve essere sicuramente preso in considerazione, ma bisogna anche considerare la demagogia e smetterla di pensare che a governare la Regione siano degli incapaci o delle persone che non studiano, perché spesso le proposte riguardano contesti già ampiamente discussi, o resi inapplicabili”.

“Se noi avessimo la cosiddetta legge di Pratobello”, ha proseguito Todde all’Ansa, “ma questa fosse inapplicabile, a detrimento di chi andrebbe? Credo degli stessi cittadini che l’hanno supportata. Noi ovviamente la prenderemo in considerazione, come stiamo prendendo in considerazione tutti i contributi, però quello che riteniamo importante è anche di prenderci la responsabilità di governare”.

La governatrice si è poi soffermata anche sul tetto minimo di 6,2 GW assegnati alla Sardegna. “La quota”, ha detto Todde, “è stata calcolata dal nostro punto di partenza: noi abbiamo due centrali a carbone, spesso ci si dimentica che provocano inquinamento e non avendo ancora un registro dei tumori provocano anche tantissime malattie, anche se non censite correttamente perché siamo indietro. Per non parlare del maggiore produttore di energia elettrica in Sardegna che è la centrale di Sarlux che brucia, lo voglio ricordare, gli scarti di raffinazione”.

“Se partiamo da un contesto di questo genere e decidiamo che comunque non dobbiamo abbandonare la nostra produzione”, ha concluso la presidente della Regione, “quelle quote ritornano magicamente a posto, pensando a quello che dobbiamo sostituire, le cose si incastrano”.

Abbasanta - Incontro Anci Todde

Mercoledì, 31 luglio 2024

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