Appello di Coldiretti: "Stato di calamità naturale per la siccità e un piano contro la Lingua Blu" - LinkOristano
Allarme

Appello di Coldiretti: “Stato di calamità naturale per la siccità e un piano contro la Lingua Blu”

I vertici dell'associazione di categoria hanno chiesto un incontro urgente alla presidente della Regione Alessandra Todde

Alcuni capi ovini colpiti dalla Lingua Blu - Foto Coldiretti Sardegna
Alcuni capi ovini colpiti dalla Lingua Blu - Foto Coldiretti Sardegna

Cagliari

I vertici dell’associazione di categoria hanno chiesto un incontro urgente alla presidente della Regione Alessandra Todde

Siccità e Lingua Blu, sono tanti i problemi che affliggono il mondo delle campagne sarde. A rilanciare l’allarme, ancora una volta, è stata la Coldiretti regionale.

“Nonostante le manifestazioni di giugno e luglio che hanno visto migliaia di agricoltori e trattori sardi occupare le piazze e le strade dell’isola”, si legge in una nota di Coldiretti, “ancora la Giunta regionale resta in silenzio mentre le campagne lottano per la sopravvivenza in attesa della dichiarazione dello stato di calamità naturale per la nostra isola”.

L’associazione di categoria ha evidenziato come “l’estate sia ormai quasi alla conclusione, ma le settimane sono state segnate da enormi difficoltà per le campagne ormai a secco. Gli agricoltori e gli allevatori continuano a fare i salti mortali ogni giorno per mantenere in vita le loro attività ma l’assenza di risposte concrete da parte della Regione rende la situazione insostenibile”.

Per quanto riguarda la siccità, secondo Coldiretti Sardegna è necessaria la dichiarazione dello stato di calamità naturale “un passo determinante per poter avviare tutte le misure non ancora messe in campo”. Tra queste, il soccorso idrico, così come gli interventi urgenti necessari per affrontare gli ingenti danni subiti dalle colture orticole, frutticole e foraggere.

“È fondamentale che si attivino subito i voucher per il foraggio e altri aiuti economici per consentire alle aziende di sopravvivere in questa fase delicatissima”, dichiarano Battista Cualbu e Luca Saba, rispettivamente presidente e direttore di Coldiretti Sardegna. “Senza la dichiarazione di calamità naturale, è impossibile procedere con gli interventi previsti per legge, come identificare ufficialmente le zone colpite e attingere ai fondi disposti dal Governo”.

“In Sicilia”, rilanciano Cualbu e Saba, “dal 9 febbraio scorso si opera grazie alla delibera numero 37 che ha sancito lo stato di calamità naturale. Da oltre sette mesi le aziende agricole siciliane hanno potuto accedere agli sgravi contributivi Inps e agli indennizzi diretti previsti dal decreto legislativo 102 del 2004, e hanno potuto attivare il Fondo AgriCat, portando a casa 15 milioni di euro dal Governo italiano. Adesso non possiamo più aspettare e non molliamo, per questo chiediamo ancora una volta e con forza all’esecutivo regionale e, in particolare, alla presidente Alessandra Todde, di compiere questo passo decisivo, sollecitando la struttura amministrativa affinché si attivi per dichiarare lo stato di calamità naturale”.

Lingua Blu. Senza dimenticare la Lingua Blu, con le aziende di allevamento dell’isola allo stremo. L’epidemia – denuncia Coldiretti Sardegna – ha raggiunto proporzioni allarmanti, colpendo indistintamente aziende pastorali da Nord a Sud dell’isola. I focolai nelle settimane si sono moltiplicati, con centinaia di casi confermati e molti altri in fase di accertamento. A fronte di mesi di appelli disperati da parte di Coldiretti Sardegna, gli assessorati regionali competenti continuano a rimanere inerti, aggravando una crisi che sta causando perdite ingenti non solo in termini di animali, ma anche di fatturato. Una inerzia che ha amplificato un problema che si sapeva sarebbe arrivato, anche per gli allarmi lanciati da molto tempo dall’associazione, ma su cui non è stato messo in campo nessun intervento.

“È gravissimo che, nonostante mesi di appelli e solleciti, non siamo ancora stati incontrati dalla Regione. L’inerzia sugli interventi richiesti”, scrivono il presidente Cualbu e il direttore Saba, “sta causando perdite devastanti per le aziende pastorali sarde. Di questo passo si stanno mettendo a serio rischio le aziende in vista della campagna latte e degli agnelli. Un durissimo colpo in un momento in cui il settore stava viaggiando a buoni livelli e che sarebbe devastante per i mercati del latte, delle carni e del formaggio”.

Gli allevatori sardi, le aziende isolane e Coldiretti Sardegna, che da mesi rilancia le richieste dei pastori, non mollano la presa sulle responsabilità delle istituzioni e continuano a rilanciare le richieste per un intervento immediato e concreto su vaccini e antiparassitari. È indispensabile che vengano messe in campo tutte le azioni necessarie per arginare l’epidemia e sostenere le aziende colpite, al fine di evitare ulteriori danni economici e salvaguardare il futuro della pastorizia nell’isola.

“Abbiamo segnalato il pericolo fin dall’inizio dell’anno”, denuncia Cualbu, “ma la Regione non ha ancora attivato nessun piano di intervento adeguato. È intollerabile che non si sia agito in tempo per vaccinare gli animali e supportare gli allevatori nell’acquisto degli antiparassitari. Ora ci troviamo ad affrontare una crisi che si sarebbe potuta evitare se le nostre richieste fossero state ascoltate. L’aggravante in tutto questo è che ancora non siamo stati ascoltati per trovare le migliori soluzioni per affrontare e superare la criticità in corso”.

Per Luca Saba, inoltre “l’inerzia degli assessorati dell’Agricoltura e della Sanità ha portato a una situazione critica, per questo chiediamo un incontro urgente alla presidente della Regione, Alessandra Todde, perché a questo punto riteniamo fondamentale un suo intervento. Gli allevatori sardi stanno subendo perdite enormi, con centinaia di capi di bestiame che muoiono e danni economici che comprometteranno anche le prossime campagne degli agnelli e del latte. La Lingua Blu non è una novità: da oltre vent’anni colpisce le nostre campagne ogni estate, ma quest’anno non è stato fatto nulla per prevenire un disastro annunciato”.

“Stiamo vivendo un momento drammatico”, afferma l’allevatrice di Arbus e vicepresidente di Donne Coldiretti Cagliari, Michela Dessì, “ogni giorno perdiamo capi con gravi conseguenze per le nostre aziende. Così facendo è a rischio la campagna degli agnelli e del latte. Il piano vaccinale è stato avviato in forte e colpevole ritardo dalla Regione, per giunta nei mesi più caldi e senza uniformità in tutta la Sardegna. In questo quadro, chiediamo se la Regione sia consapevole dei focolai attivi, delle perdite di capi e se abbia stimato l’impatto economico, perché è essenziale avviare subito le procedure di risarcimento. Sarebbe importante utilizzare i veterinari di Laore per supportare quelli aziendali e avviare piani di disinfestazione mirati, fornire repellenti alle aziende, concludere i piani vaccinali entro febbraio-marzo e applicare deroghe per il benessere animale. Inoltre, il calcolo del mancato reddito deve basarsi su dati reali, e la sanità animale dovrebbe tornare sotto la gestione dell’assessorato dell’Agricoltura”.

Martedì, 10 settembre 2024

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