Tra luci che lo fanno brillare anche di notte, Manneddu è la star del Man di Madrid - LinkOristano
Cultura

Tra luci che lo fanno brillare anche di notte, Manneddu è la star del Man di Madrid

La statua di Mont'e Prama farà anche da sfondo a diversi concerti, come ambasciatore della cultura nuragica

Manneddu a Madrid
Il Pugilatore di Mont'e Prama esposto nel patio del MAN a Madrid

Cabras

La statua di Mont’e Prama farà anche da sfondo a diversi concerti, come ambasciatore della cultura nuragica

Si respira un’aria di grande entusiasmo al Museo Archeologico Nazionale di Madrid, dove la statua di Manneddu – il Gigante di Mont’e Prama protagonista di tanti viaggi intrapresi – sarà esposta fino al 12 gennaio. Per cinque mesi al Man sarà l’ambasciatore della cultura nuragica, in un connubio sardo-iberico che si prospetta ampio negli eventi collaterali previsti in questi mesi.

Il pugilatore millenario di Mont’e Prama spicca su uno sfondo arancione nel patio del museo, circondato da un’architettura di luci che lo illumineranno anche la notte. Lo si potrà ammirare sullo sfondo di alcuni concerti organizzati dal MAN, per rendere l’esposizione degna della sua importanza e della sua singolarità.

Grazie a una collaborazione tra Ambasciata d’Italia in Spagna, Fondazione Mont’e Prama e Istituto Italiano di Cultura a Madrid, il Gigante alto due metri e mezzo ha fatto il suo ingresso trionfale davanti agli occhi delle autorità, dei turisti e della comunità locale. Accolto da un vortice di curiosità, custodito dentro una grande scatola colorata dagli adesivi dei suoi lunghi viaggi, Manneddu il pugilatore ha mostrato la forza di una storia lunga tremila anni. A 50 anni dalla scoperta del complesso archeologico di Mont’e prama, questa trasferta a Madrid non è solamente un progetto scientifico, ma simbolo di una passione e di un interesse che partono dalla nostra isola e approdano solide nella penisola iberica, esercitando lo stesso fascino avvertito durante l’ingresso trionfale dedicato a Manneddu e lungo la prima sessione di lavori che ha contraddistinto la serata di ieri al Man, mentre gli studiosi tenevano banco durante i loro interventi accolti da un attento pubblico.

“Vorrei esprimere il grande sentimento di onore che mi pervade come presidente della Fondazione Mont’e Prama, assieme a quello del Ministero della Cultura Italiana, della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Cabras per essere quì, oggi, in questo giorno importante per tutti noi”, ha detto Anthony Muroni. “L’esposizione di uno dei Giganti di Mont’e Prama in una città come Madrid, che rappresenta la culla della cultura europea, e in un luogo così prestigioso come il MAN, è senza dubbio l’apice del processo di valorizzazione del parco archeologico del Sinis. Un percorso che ha avuto inizio con i viaggi intrapresi come San Pietroburgo, New York, Berlino, Salonicco e Napoli, un lungo tour che ha contribuito tanto a portare in alto la visibilità di Mont’e Prama, quanto alla conoscenza dell’attività portata avanti dalla Fondazione”.

“Con Madrid prosegue questo grande progetto portato avanti da una grande squadra, capeggiata dal direttore scientifico Giorgio Murru assieme ai nostri archeologi e alle nostre archeologhe”, ha detto ancora il presidente della Fondazione. “Ringrazio l’aAmbasciatore d’Italia in Spagna, la direttrice del Man, la direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Madrid per aver creduto nel progetto. Oggi inizia un grande e lungo percorso. Nel tempo difficile in cui stiamo vivendo, il significato della cultura e fra collaborazione tra diversi paesi assume qualcosa di superiore rispetto all’evento in sé. Una maggiore conoscenza della nostra storia porta a una superiore consapevolezza e ad occuparci di cose che ci fanno crescere singolarmente e come comunità. Ci aiuta a dialogare maggiormente e occuparci di meno dei conflitti. Tutte le iniziative culturali sono un momento di crescita per tutti i luoghi coinvolti”.

Muroni a  Madrid
Il presidente della Fondazione Mont'e Prama, Anthony Muroni, a Madrid

“È un grande onore per il nostro museo accogliere Manneddu”, ha detto la direttrice del MAN, Isabel Izquierdo Peraile, “e avere come ospiti il presidente Anthony Muroni, Marialuisa Pappalardo direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Madrid e l’ambasciatore d’Italia in Spagna Giuseppe Maria Buccino Grimaldi, con il quale iniziò questo sogno. Oggi, a Madrid, possiamo mostrarvi il risultato di un convegno internazionale di grande interesse e arriva proprio durante un ann­o molto importante per noi, quello della celebrazione del decimo anniversario dalla riapertura del MAN (2014-2024) dopo la Riforma. Questo ci onora, perché le istituzioni italiane hanno reso possibile questo sogno di unione di patrimonio e cultura”.

“Con Manneddu siamo davanti a una scultura imponente che rappresenta il complesso archeologico di Mont’e Prama, esempio eccezionale della cultura nuragica sarda e che rappresenta un’iconografia fondamentale per quel periodo. Mont’e Prama ci connette con l’archeologia mediterranea e questo è interessante per un museo come il nostro”, ha aggiunto la direttrice del MAN, “apre una finestra sulla conoscenza dell’archeologia sarda e mediterranea, in un anno importante dei 50 anni dal ritrovamento del complesso archeologico di Mont’e Prama, quando fu presente il professor Carlo Tronchetti per scavi e investigazioni. La presenza di questa scultura in uno dei cuori del museo, nel patio, è affiancata da un ricco cartellone di eventi e ad una programmazione scientifica fatta di convegni, conferenze e visite guidate, nonché produzioni audiovisive prodotti in collaborazione con la Fondazione”.

“Sono davvero emozionato di condividere oggi al MAN l’esito del progetto in collaborazione con le tre istituzioni che ne hanno permesso la realizzazione”, ha detto l’ambasciatore Maria Giuseppe Buccino Grimaldi. “Il pugilatore Manneddu è arrivato a Madrid, come già si era annunciato alla Festa della Repubblica, il 2 giugno. I Giganti sono la testimonianza evidente delle intrecciate relazioni nel bacino del Mediterraneo in quel periodo e sono la risposta dedicata a un’ampia comunità affascinata dalla storia antica, così come la scoperta del complesso archeologico di Mont’e Prama che riscrisse la storia. Quando mancano i documenti scritti, bisogna agire attraverso la riproduzione e ricostruzione orale sulla base di sculture che parlano di un passato ben preciso. Ringrazio il presidente della Fondazione per aver accolto questa proposta, dopo i lunghi viaggi di Manneddu, e ringrazio la direttrice del MAN e dell’Istituto Italiano di Cultura di Madrid, che ha aiutato moltissimo nella parte burocratica facente parte del progetto. Ognuno ha lavorato con entusiasmo e tutto questo ha l’obiettivo di coinvolgere famiglie e comunità locale con una serie di eventi. Siamo orgogliosi di questa esposizione”.

“Ho avuto l’opportunità di intraprendere importanti collaborazioni, mancava il punto fondamentale sul tema dell’archeologia e questa collaborazione suggella un anno importante”, ha detto la direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Madrid, Marialuisa Pappalardo. “Personalmente sono sempre rimasta affascinata dalle scoperte archeologiche e l’esposizione di Manneddu è straordinaria, perché si condivide un’importante scoperta archeologica che appartiene a un patrimonio universale, oggi portato e custodito all’interno di questo prestigioso museo. Se potessi riassumere in poche parole l’obiettivo della forza di questa collaborazione tra le parti, verrebbe fuori lo slogan unire le forze per perseguire ambiziosi progetti culturali, lo dico nella speranza di proseguire su questa linea vincente”.

La conferenza è stata seguita dall’ingresso delle autorità spagnole e italiane che hanno ufficialmente accolto e presentato Manneddu al curioso pubblico, e poi annunciando il convegno della sera intitolato “Spagna, Sardegna e il Mondo Egeo nel Mediterraneo Antico” che ha visto gli interventi di storici, docenti e archeologi, quali Giorgio Murru, direttore dell’area scientifica del Museo civico di Cabras, il professor Riccardo Cicilloni con un excursus sulla storia antica e l’età dei nuraghi, il professore Raimondo Zucca che ha riassunto la lunga storia de “Gli eroi di Mont’e Prama”, tra curiosità e dati scientifici, e l’archeologo Carlo Tronchetti con ricordi sulle campagne di scavo l’emozione del ritrovamento di 50 anni fa.

L’appuntamento si rinnova questa sera, con una seconda sessione di lavori incentrati sull’Egeo e sul Mediterraneo occidentale nell’età del bronzo, verso l’inizio dell’età del ferro, e non solo.

Mercoledì, 18 settembre 2024

 

 

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