Demolizioni sulla falesia pericolante a San Giovanni, il Comune di Cabras si rivolge al TAR - LinkOristano
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Demolizioni sulla falesia pericolante a San Giovanni, il Comune di Cabras si rivolge al TAR

Chiesto l'annullamento dell'ordinanza della Soprintendenza sullo stop ai lavori

San Giovanni di Sinis - controlli falesia
Operai al lavoro sulla falesia a San Giovanni di Sinis

Cabras

Chiesto l’annullamento dell’ordinanza della Soprintendenza sullo stop ai lavori

Il Comune di Cabras chiederà al TAR Sardegna di annullare il provvedimento del 1° lulgio scorso con il quale la Soprintendenza archeologica aveva ordinato “l’immediata sospensione delle attività” per la messa in sicurezza del tratto di falesia minacciato dalle frane a San Giovanni di Sinis.

Il sindaco Andrea Abis, che già nel 2018 aveva firmato un’ordinanza che ribadiva la pericolosità dell’area a causa della presenza della falesia pericolante su una delle spiagge più frequentate del litorale cdi Cabras, lo scorso maggio aveva emanato una nuova ordinanza per avviare le procedure di demolizione.

La decisione era arrivata dopo un incontro convocato dal prefetto Salvatore Angieri per discutere la gravità della situazione e un successivo sopralluogo effettuato dai tecnici del Comando dei Vigili del fuoco di Oristano, dal quale era emerso un quadro allarmante per l’incolumità pubblica.

All’incontro in Prefettura la Soprintendenza archeologica beni culturali e paesaggio per la Città metropolitana di Cagliari e le Province di Oristano e Sud Sardegna aveva dato parere negativo per la demolizione sulla falesia, con motivazioni legate al contesto archeologico dell’area, e aveva proposto invece un’opera ingegneristica di contenimento: un muro in cemento armato per sostenere le parti pericolanti.

D’accordo con il prefetto e con il supporto del Comando dei Vigili del fuoco, era stato deciso comunque un intervento di messa in sicurezza mediante la rimozione dei blocchi pericolosi, evitando l’uso di microcariche esplosive.

La realizzazione del muro non era poi risultata praticabile, secondo una relazione tecnica integrativa redatta dai progettisti, secondo i quale sarebbe stato complicato e pericoloso costruire un sostegno in cemento armato sulla spiaggia, considerando non solo l’impatto ambientale sulla natura dei luoghi, ma anche l’accelerazione del pericolo di crollo dato dalle vibrazioni dei mezzi di trasporto dei materiali e dalle lavorazioni.

Per questo il 24 maggio il sindaco di Cabras aveva dato il via, con un’ordinanza urgente, ai lavori di messa in sicurezza delle pareti rocciose affacciate sull’intero tratto della spiaggia, lungo circa 350 metri. A lavori conclusi, il 1° luglio, la Soprintendenza aveva diffidato il Comune a sospendere i lavori, chiedendo il ripristino dei luoghi.

Contro quel provvedimento, la Giunta comunale ha deciso di presentare un ricorso al Tribunale amministrativo regionale. “Il nostro intervento è stato dettato dalla necessità assoluta di garantire la sicurezza delle persone che fruiscono quella spiaggia”, dice il sindaco Andrea Abis. “Per troppi anni abbiamo fatto fronte a una condizione di evidente rischio per la vita delle persone, introducendo barriere di interdizione e segnaletica che non avevano vera efficacia, ed era arrivato il momento di agire”.

“In Italia, un paese il cui territorio soffre fortemente situazioni di alto rischio idrogeologico, la storia dei disastri ci dice che occorre amministrare, laddove possibile, con interventi di prevenzione”, sottolinea il sindaco di Cabras “non si può pensare di correre il rischio dell’imponderabile. L’incolumità delle persone ha sempre la priorità assoluta”.

Venerdì, 27 settembre 2024

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