Primo album per il rapper di Nurachi Signør No: esce "Terra mia" - LinkOristano
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Primo album per il rapper di Nurachi Signør No: esce “Terra mia”

L'artista descrive le undici tracce che compongono il lavoro, dedicato alla madre e alla Sardegna

Luca Pinna
La copertina dell'album

Nurachi 

L’artista presenta le undici tracce che compongono il lavoro, dedicato alla madre e alla Sardegna

Signør No – alias di Luca Pinna, rapper di 29 anni di Nurachi – pubblica il suo primo album.

“Esce il 9 ottobre ed è dedicato alla Sardegna e a mia madre”, annuncia. “Se vogliamo è anche un po’ politicamente scorretto, avevo bisogno di dire certe cose. Ci tenevo a sottolineare da dove vengo: la Sardegna mi ha tolto tanto ma mi sta anche dando altrettanto”.

Si intitola “Terra mia”: “è un concept album nato nel 2017 quando stavo a Bologna”, spiega l’artista.

Undici le tracce racchiuse: “è sempre stato il mio numero fortunato”, racconta il rapper di Nurachi, “il numero di quando giocavo da piccolo a calcio, il mese in cui sono nato e anche l’età in cui ho visto un uomo appena affogato a Putzu Idu essere riportato in riva da mio padre insieme a un altro uomo infatti in prega per me accenno questa cosa”.

“Il disco è interamente prodotto da me, senza l’aiuto di nessuno”, prosegue. “Non ha featuring, ogni pezzo presente è mio e sarà disponibile su tutti i digital stores, quindi Spotify, YouTube, amazon Music e Apple Music”.

“La particolarità del disco sono le copertine”, continua l’artista, “la retro riporta la tracklist diversa dalle solite copertine che si vedono in giro, i titoli sono disposti in maniera disordinata, come se ogni pezzo fosse una città sarda. Invece nella copertina di davanti ci sono io da bambino, sottoforma di angioletto che in qualche modo sorveglio l’Isola. Le grafiche sono state disegnate a mano da Alessia Santangeletta”.

“Ho scelto come titolo Terra mia perché come ogni vero sardo mi sento parte di questa isola e vorrei non abbandonarla mai”.

Il disco è autoprodotto: “Esce indipendente”, spiega Signør No. “E penso che in fondo sono un po’ come la Sardegna, isolato da tutto il resto”.

Ogni traccia del disco ha un suo mood: “Ignazio per esempio è un testo che ho scritto per mio nonno, Lasciami fuori invita a non parlare di me alle spalle, Copyright è una canzone d’amore, Se vorrà Dio è una canzone nella quale nelle prime due strofe il mio mostro scrive al Luca del passato e chiede a lui di tornare buono come prima, infatti nella terza strofa Luca risponde. Il finale è positivo”, racconta l’artista. “In Vero Sardo faccio riferimento a diverse cose che riguardano la cultura sarda e anche su Presso il Nuraghe. Diciamo che sono due pezzi freestyle privi di un ritornello. In della strada racconto da dove vengo, una realtà in cui per tirare avanti ti devi arrangiare. Il disco inizia con Ignazio e prima dell’inizio del pezzo si può sentire una mano che cambia le stazioni radio, incontrando canzoni come Nanneddu Meu o altre voci che dicono benvenuto in Sardegna poi parte il disco”.

“Il disco”, conclude Luca Pinna, “finisce con la traccia numero 11 che si intitola appunto 11:11. Alla fine del pezzo, quindi del disco, si sente nuovamente la mano che cambia le stazioni radio, e di nuovo riparte Nanneddu Meu e le solite voci…. Quindi nulla è cambiato, come se fosse tutto un eterno loop. L’orario  11.11 mi capita spesso di vedere quest’orario, io lo interpreto come dei segnali che ci manda l’universo”.

Venerdì, 7 ottobre 2022

 

 

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