"In Sardegna mancano oltre 500 medici di famiglia". L'Oristanese tra le zone più carenti - LinkOristano
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“In Sardegna mancano oltre 500 medici di famiglia”. L’Oristanese tra le zone più carenti

Il tema al centro del Congresso regionale dalla Società Italiana di Medicina Generale

Medico ambulatorio sanità
Stetoscopio - Immagine d'archivio

Cagliari

Il tema al centro del Congresso regionale dalla Società Italiana di Medicina Generale

In Sardegna la mancanza di medici di famiglia è particolarmente accentuata e la carenza coinvolge anche le grandi città, come Cagliari e Sassari. La natura insulare della regione e l’isolamento di alcuni comuni aggravano i problemi già diffusi altrove, come l’eccesso di burocrazia a cui il medico di medicina generale è sottoposto, la mancanza di infrastrutture adeguate, la necessità di personale infermieristico e amministrativo per poter adempiere al meglio alle funzioni cliniche. Queste sfide sono al centro del Congresso regionale della Sardegna dalla Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG), in programma il oggi e domani settembre a Cagliari.

La Sardegna ha delle peculiarità che la contraddistinguono da tutte le altre regioni. Se alcuni problemi come la cronica carenza di Medici di Medicina Generale la accomunano a tante altre aree del Paese, la situazione è aggravata dalla totale assenza di medici di famiglia in alcuni piccoli comuni, poco popolosi e mal collegati.

Il fenomeno fa parte di una realtà sociale più ampia: in queste realtà con meno di mille abitanti chiudono le scuole, i negozi, gli uffici, così diventano meno attrattivi anche per i Medici di Medicina Generale.

“La realtà sarda è quella di una popolazione over 14 di un milione 400mila abitanti circa per la cui presa in carico mancano più di 500 medici di medicina generale, soprattutto nei piccoli comuni dell’Oristanese, dell’Ogliastra, della Barbagia, del Sulcis-Iglesiente”, sottolinea Carlo Piredda, Segretario SIMG Sardegna. “La novità di questi ultimi mesi è che i medici di famiglia iniziano a mancare anche nelle grandi città come Cagliari e Sassari, cosa mai verificatasi in passato. Un quadro destinato a peggiorare da qui a due anni: entro il 2026, infatti, è previsto il pensionamento di altri 333 medici: una percentuale significativa, che potrebbe aggravarsi qualora alcuni di questi anticipassero la pensione rispetto ai 70 anni. L’età media dei medici sardi, infatti, è tra le più alte in Italia, che a sua volta presenta la classe medica più anziana d’Europa. Ogni medico di medicina generale dunque deve coprire più aree contemporaneamente, aumentando un carico di lavoro già gravato da aspetti burocratici che esulano dalle sue competenze”.

“In breve, la medicina del territorio rischia l’estinzione. In città come Isili, San Gavino, Iglesias, Lanusei, il depotenziamento degli ospedali con la cronica carenza di personale ha privato il Medico di Medicina Generale anche del supporto ospedaliero”, aggiunge Carlo Piredda. “Lo slancio che il PNRR vuole dare alla medicina del territorio in Sardegna rischia di rimanere disatteso: delle 50 case di comunità previste, infatti, al momento neanche una è operativa. Inoltre, la chiusura delle guardie mediche ha privato la Regione anche di un piano per la cura della popolazione turistica, che nei mesi estivi moltiplica notevolmente il bacino di utenza della sanità regionale. I medici di medicina generale rimasti in Sardegna, pertanto, sono sempre più oberati di lavoro e in difficoltà nella gestione delle proprie mansioni. In assenza di adeguati supporti e senza un necessario personale di studio rischia di diventare complicato anche espletare funzioni essenziali come le vaccinazioni o la diagnostica di primo livello”.

Venerdì, 27 settembre 2024

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