Emergenza sanità. Mele (Lega) spara a zero contro Pili, Cossu e Gallus - LinkOristano

Emergenza sanità. Mele (Lega) spara a zero contro Pili, Cossu e Gallus

La consigliera regionale critica l’operato dei dirigenti Assl  e del presidente della Commissione Sanità

Annalisa Mele

Emergenza sanità. Mele (Lega) spara a zero contro Pili, Cossu e Gallus
La consigliera regionale critica l’operato dei dirigenti Assl  e del presidente della Commissione Sanità

Annalisa Mele – Foto di Marta Mereu

Senza mai citarli per nome, la consigliera regionale oristanese Annalisa Mele, componente del gruppo consiliare della Lega e componente della Commissione regionale Sanità attacca duramente l’operato del direttore dei servizi ospedalieri della Assl di Oristano, Sergio Pili, del commissario della stessa Assl, Antonio Cossu, e del presidente della Commissione Sanità, Domenico Gallus. Lo fa in un intervento dedicato all’emergenza sanità in provincia di Oristano e in Sardegna che pubblichiamo di seguito — 

Le problematiche della sanità sarda vanno ricondotte, ormai da tempo immemore, ad un sistema consolidato di dinamiche che non sono mai incentrate sul vero obiettivo che andrebbe costantemente perseguito: offrire una risposta sanitaria adeguata alle esigenze degli ammalati.

Invece ci troviamo di fronte a grandi e piccoli feudi, macchine di consenso elettorale e spesso anche volani di interessi economici, non sempre chiari. Questo è ancora più vero per la provincia di Oristano, dove – considerate le dimensioni della città e del territorio – piccoli feudi continuano a condizionare in maniera pesante il mondo sanitario. La sanità oristanese più che altrove era, ed è tuttora, campo di scontro politico: un calderone dove entra tutto (comune, enti, eccetera), eccetto il malato e la sua dignità.

Si è scatenata un’ennesima polemica politica. Se si chiede l’allontanamento di chi non si è dimostrato all’altezza del ruolo va bene, ma ritengo che analogamente vada sostituito chi dirige l’Ospedale di Oristano, che in quasi due anni non ha cercato di risolvere le varie criticità del nosocomio, in primis quella del personale di tutti i reparti, soprattutto del PS.

Il direttore del Presidio svolge diversi ruoli: Direttore sanitario del PO di S. Gavino, Direttore del Dipartimento delle attività dei presidi ospedalieri, Vice direttore Sanitario ATS. Con tutta questa straordinaria mole di incarichi perché non ha dato e continua a non dare risposte alle innumerevoli sollecitazioni? Come è possibile che in piena pandemia non abbia neanche mai ufficializzato cose scontate ed essenziali come i percorsi pulito/sporco condivisi dai servizi interessati, ne abbia attivato i container, tende e quant’altro per mettere in sicurezza il PS?

Dal canto suo il Commissario, impegnatissimo a scrivere sterili lettere a destra e a manca, nonché pensare a ridimensionare le piante organiche, cosa sta facendo?

Detto questo, con la libertà propria di chi è svincolata da dinamiche clientelari e logiche di interessi più o meno reconditi aggiungo, però, un concetto fondamentale: le sostituzioni dei dirigenti inadeguati vanno richieste senza distinzione di colore politico, di padre, padrino, padrone, e non solo di chi improvvisamente non fa comodo per il proprio orticello, o chi non è strumentale per incrementare il proprio feudo politico ed elettorale, in città e in periferia.

In conclusione, una riflessione sulla Commissione Sanità, ferma con i lavori da diversi mesi e che si limita periodicamente a fare audizioni. Un organo politico centrale al palo, con proposte di legge ferme, come quella sul riconoscimento della figura del caregiver, quella sull’autismo, quella sull’infermiere di famiglia ecc., mentre l’offerta sanitaria continua ad accentrarsi sui due grossi poli elefantiaci, Cagliari e Sassari, a scapito di Oristano e Nuoro, e delle loro strutture periferiche difese solo a voce.

La politica deve riconquistare dignità, non scatenando zuffe e polveroni solo quando sono in crisi rendite di posizione, vacillano prospettive politiche, o fervono squallide manovre e manovrine per cementare nuove o vecchie alleanze tra capibastone.

Il lavoro a favore del malato, in maniera disinteressata, va svolto quotidianamente, soprattutto dietro le quinte, in silenzio, incalzando e sollecitando anche nei giorni di festa, i pigri, i dirigenti lenti o addirittura irresponsabili. Vivendo davvero la sanità come una missione. Non come il terreno della propria fortuna politica, e delle proprie prospettive elettorali. Il malato esiste sempre, con le sue sofferenze e i suoi disagi. Non solo quando tira aria di elezioni.

Annalisa Mele

Lunedì, 10 maggio 2021

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