Fattori genetici proteggono i sardi dal Covid? È possibile, dice uno studio - LinkOristano
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Fattori genetici proteggono i sardi dal Covid? È possibile, dice uno studio

Pubblicato un promettente lavoro che ha coinvolto Università di Cagliari e ospedale Santissima Trinità

Fattori genetici proteggono i sardi dal Covid? È possibile, dice uno studio
Pubblicato un promettente lavoro che ha coinvolto Università di Cagliari e ospedale Santissima Trinità

Marcello Campagna, Luchino Chessa e Andrea Perra, tre dei docenti di UniCa che coordinano lo studio insieme ai medici del Santissima Trinità di Cagliari

Esistono fattori clinici e immunogenetici che potrebbero spiegare in Sardegna la bassa incidenza di infezione da SARS-CoV-2 e di quadri clinici gravi e mortali del Covid-19? È possibile, suggerisce il progetto di ricerca CORIMUN, che ha coinvolto l’Università di Cagliari e l’ospedale “Santissima Trinità”: nella popolazione degli individui infettati è assente un particolare assetto genetico caratteristico della popolazione sarda, una sequenza ancestrale di geni denominata aplotipo esteso HLA-A*02, B*58, C*07, DR*03, che potrebbe quindi proteggere dall’infezione.

Il progetto è stato coordinato da Roberto Littera, immunogenetista, Marcello Campagna, docente di Medicina del lavoro, Andrea Perra, docente di Patologia generale, e Luchino Chessa, docente di Medicina interna, tutti dell’Università degli Studi di Cagliari, con l’importante contributo di Silvia Deidda e Goffredo Angioni, rispettivamente pneumologa e infettivologo al “Santissima Trinità”.

Lo studio – pubblicato sulla prestigiosa rivista Frontiers in Immunology (DOI: 10.3389/fimmu.2020.605688) – ha preso in considerazione persone infettate dal SARS-CoV-2, di cui oltre il 20% con malattia polmonare medio-severa ed il restante asintomatico o pauci-sintomatico. Il gruppo dei pazienti è stato confrontato con un gruppo di controllo di individui sani.

Gli studi di immunogenetica si sono concentrati sull’analisi del Sistema HLA (Human Leukocite Antigen), alla base della produzione di molecole fondamentali nella regolazione del sistema immunitario verso le infezioni e i tumori.

Come detto, le persone che presentano l’aplotipo esteso caratteristico della popolazione sarda sembrerebbero non ammalarsi di Covid-19. Tra le altre caratteristiche studiate, è risultato avere un effetto protettivo anche il fatto di essere portatori di beta-talassemia (gene mutato che determina la talassemia o anemia mediterranea) e aver effettuato la vaccinazione influenzale nella passata stagione.

Lo studio ha anche evidenziato una serie di fattori importanti nel caratterizzare una malattia più severa nei pazienti infettati dal SARS-CoV-2: la presenza di un allele HLA, denominato HLA-DRB1*08, la carenza dell’enzima G6PDH, che determina il favismo, e come conseguenza di quanto detto sopra, non essere portatori di beta-talassemia e non aver effettuato la vaccinazione influenzale nella passata stagione.

Il lavoro, svolto in collaborazione con l’Associazione per l’Avanzamento della Ricerca sui Trapianti, AART-ODV e con il contributo della Fondazione di Sardegna, è solo all’inizio, ma mette in luce alcuni aspetti importantissimi per le scelte future di politica sanitaria, quali l’importanza della vaccinazione anti-influenzale, che si dimostra essere un’arma nella lotta contro il nuovo coronavirus e di conseguenza deve essere fortemente raccomandata.

La ricerca va avanti, altri studi dovranno confermare i passi avanti fatti nella conoscenza sulla diffusione del contagio. Nel frattempo – anche se le statistiche mostrano una mortalità inferiore rispetto ad altre regioni e un indice Rt tra i più bassi di Italia – è fondamentale continuare ad adottare ogni precauzione utile: uso della mascherina, rispetto delle distanze, igiene delle mani proteggono dal virus noi stessi ma soprattutto le persone più fragili.

Lunedì, 23 novembre 2020

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